#03. Tassi in crescita ed il cigno nero

17.05.23|In CooMag Gestione
di Roberto Vinciguerra, Responsabile Agevolazioni e Progetti Strategici
Tempo di lettura: 8’

Normalmente i cigni sono bianchi, ma esistono anche i cigni neri. Ne avete mai visto uno? Quasi sicuramente no, ma molti di noi hanno vissuto una fase economico finanziaria e sociale così denominata.

Cerchiamo di essere più chiari: per cigno nero si intende un evento imprevisto che ha effetti rilevanti, amplificati dalla non prevedibilità delle conseguenze ultime. La prima codificazione è apparsa dopo la crisi della cartolarizzazione dei mutui concessi a persone/imprese con incerte capacità di rimborso – meglio conosciuta come Crisi dei SUB-PRIME. Sugli strascichi di questo evento qualche anno dopo si è innescata la crisi dei debiti sovrani europei con la conseguente impennata dello spread nelle nazioni europee a maggiore incidenza di debito sul PIL. Nassim Taleb, l’autore del fortunato libro CIGNO NERO del 2007, scrive che una conoscenza basata sull’esperienza pregressa è una conoscenza fallace, che ci rende fragili al cospetto dell’infinità di eventi che possono verificarsi. Per qualche anno grandi eventi imprevedibili non si sono susseguiti ma dalla fine del 2019 è stato un continuo di eventi imprevedibili: la pandemia del Covid, il blocco del Canale di Suez, l’invasione russa dell’Ucraina hanno riportato in auge l’idea il concetto di CIGNO NERO e di conseguenza la necessità di imparare a essere RESILIENTI, cioè dotarsi della capacità di resistere e di reagire di fronte a agli eventi negativi. Ma come si fa? Qui Taleb ci viene ancora in aiuto con il concetto di ANTIFRAGILE, cioè cercare di diminuire tutte le “fragilità” dal nostro vivere quotidiano. 

Questa lunga premessa per affrontare un problema che sta affliggendo molte imprese che negli anni hanno acceso dei prestiti a tasso variabile. Da un anno a questa parte gli importi delle rate di ammortamento per questa tipologia di finanziamenti sono generalmente aumentati, in misura maggiore sulle operazioni a più lunga scadenza e con elevati residui di capitale da restituire. Poteva essere previsto il brusco rialzo dei tassi? Ragionando sull’esperienza pregressa, cioè che dopo lunghi anni di tassi bassissimi, l’eventualità che i tassi risalissero in maniera repentina sembrava molto remota, pertanto era plausibile stipulare un mutuo ad un tasso variabile. Senza scomodare Taleb, a sconsigliare questa scelta però ci sono perlomeno due buoni argomenti:

il primo argomento è di buon senso: con i tassi così bassi, quanto sarebbero potuti ulteriormente scendere?
il secondo argomento è più tecnico: scegliendo un tasso variabile si “scommette” sulla discesa dei tassi, in questo caso il possibile guadagno massimo è già definito perché il tasso potrebbe scendere teoricamente solo fino ad azzerarsi; viceversa la possibilità di perdita è infinita perché la crescita dei tassi sempre teoricamente non ha limiti. Quindi viste le condizioni di partenza, vincere questa scommessa sarebbe stato molto difficile

Ora però scomodiamo Taleb: l’impresa di suo deve affrontare diversi rischi connessi alla propria attività, ne citiamo solo alcuni: rischio di mercato, rischio reputazionale, rischi operativi. Secondo la ricetta per fronteggiare l’imprevedibile, l’impresa dovrebbe cercare di ridurre l’impatto di questi rischi sulla propria attività e soprattutto non aggiungerne altri; il rischio finanziario da tassi di interesse per le piccole imprese è un rischio inutile e non gestibile, pertanto da escludere dalle proprie scelte.

C’è una soluzione a questa situazione? Dipende da cosa si intende per soluzione: esistono strumenti finanziari per minimizzare la variazione dei tassi di interesse passivi ma per la loro complessità non sono alla portata della piccola impresa. L’impresa potrebbe chiedere al proprio istituto di credito di inserire una clausola di garanzia definendo una soglia massima limite di tasso applicabile; oppure potrebbe rinegoziare il finanziamento trasformando il tasso da variabile a fisso. Viceversa fare buon viso a cattivo gioco e considerare nel proprio bilancio previsionale quote di accantonamento maggiori per fronteggiare i maggiori oneri finanziari. Tutte queste scelte sono onerose e in futuro potrebbero risultare esagerate – nell’ipotesi di un repentino abbassamento dei tassi; però solo in questo modo si riprende il controllo della situazione e si riacquista un margine di manovra.


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