#03. Il bello della semplicità in una fase economica complessa: il rasoio di Occam

17.05.23|In CooMag Editoriale
Di Riccardo Pioli, Direttore CoopfidiTempo di lettura: 6'

In questo periodo sembrerebbe, almeno a sentire i media, che le risorse pubbliche siano immense e poco utilizzate, legate come sono a procedure complesse e a norme europee inestricabili.

Risultato? I fondi PNRR sono sottoutilizzati e la nuova programmazione UE appare ancora ai nastri di partenza.

Anche quando vengono pubblicati, i bandi per le imprese presentano modulistica complicata che prevede la necessità di redigere piani finanziari prospettici e analisi di mercato degne della più strutturata delle multinazionali. Peccato che il legislatore, accecato da un atteggiamento narcisista, dimentichi che la nostra economia è composta al 99% da microimprese che occupano fino a tre addetti…

Condividiamo tutti la necessità di stimolare le imprese (piccole) alla pianificazione e all’acquisizione di competenze, ma c’è un limite! Per non parlare poi del contenuto dei bandi. Va bene spingere alla digitalizzazione e all’innovazione tecnologica, ma non possiamo pensare che tutte le imprese costituende debbano acquisire per forza lo status di “imprese innovative”, e nemmeno possiamo pensare che l’ingegneria finanziaria sia la panacea di tutti i mali dell’impresa. Dobbiamo necessariamente pensare a innovare processi e prodotti, ma non possiamo dimenticarci il sostegno agli investimenti tradizionali.

Servirebbero forse delle soluzioni più semplici, più vicine all’economia reale e anche più realistiche. 

Del resto non possiamo non guardare al futuro ricordando come il nostro Paese ha affrontato nel passato crisi simili a quella attuale. Nel dopoguerra, in fase di ricostruzione, il legislatore ebbe la felice intuizione di emanare la legge 949/52 che, oltre a essere costitutiva di Artigiancassa, prevedeva la concessione di contributi in conto interessi a favore delle imprese artigiane che avessero realizzato investimenti. Sarà forse un caso, ma quella legge, semplice ma non banale, attivò miliardi di investimenti che permisero alle imprese artigiane di acquistare una bottega, ristrutturarla e comprare nuovi macchinari, cambiando così il volto dell’Italia.

Sarà un caso, ma la legge 949 fu inizialmente finanziata con i fondi del “Piano Marshall”, messi a disposizione dal governo a stelle e strisce per risollevare le sorti economiche dell’Europa, straziata dalla guerra. Il parallelismo con il PNRR non può non saltare subito all’occhio.

Perché allora non riproporre uno strumento simile in una fase come questa, dove nell’arco di due mesi i tassi sono triplicati, rendendo così più difficile realizzare un investimento o pagare i fornitori? Del resto l’adozione di misure che riducessero il costo del denaro è stata, in tempi non sospetti di tassi ultra-ridotti, la proposta che la CNA del Lazio ha sottoposto ai candidati Presidenti della nostra Regione. Ora però il tempo stringe: bisogna agire, anche perché le risorse ci sono.

Anche il nostro Confidi, che da anni è soggetto attuatore del Bando Sviluppo Impresa promosso dalla CCIAA di Roma che prevede sia l’abbattimento degli interessi che del costo della nostra garanzia, ha potuto verificare l’effetto moltiplicatore che genera un intervento come questo; in cinque anni abbiamo assistito oltre 1.000 imprese a realizzare investimenti e a pagare i fornitori erogando oltre dieci milioni di euro di contributi.

Forse a chi governa le soluzioni semplici piacciono meno perché poco innovative, ma in questa fase ritengo personalmente che conti più l’efficacia dei risultati. 

Del resto non è un caso che è proprio in quest’epoca che siamo passati dal “rasoio di Occam” al rasoio di Bobo Vieri, e Occam non era un calciatore.


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