#03. Vi raccontiamo Edoardo Di Rocco

di Federica Paveri, Responsabile Marketing e Comunicazione
Tempo di lettura: 10'

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Nome azienda: Nameless - Bistrot e Cocktail Bar
Fondatori: Edoardo Di Rocco, Francesca Giovannoni, Alessandro Presaghi
Cosa faccio/Cosa facciamo: Food & Beverage
Essere uno startupper significa: Seguire l’Idea e non abbandonarla

Oggi facciamo due chiacchiere con Edoardo, giovane neo-imprenditore di 34 anni con idee chiare e tanta voglia di fare impresa. Ciao, Edoardo, è un vero piacere per noi avere la possibilità di raccontare un giovane neo-imprenditore come te. Ci racconti chi sei e come è nato il vostro progetto d’impresa?

Provengo da una famiglia di piccoli imprenditori e fin da subito ho “vissuto” e saggiato la cultura imprenditoriale. Molto giovane, precisamente dal 2016 al 2020, ho gestito da solo una piccola birreria da asporto nel centro di Roma. Un “buchetto” che era tutto il mio mondo e che mi ha dato molto. Volevo fare un passo in avanti e realizzare un progetto più grande per crescere personalmente e come imprenditore. Avevo già immaginato cosa realizzare e piano piano ho iniziato a mettere a punto la mia idea d’impresa per darle forma: aprire un bistrot di stampo europeo a Roma, caratterizzato da cibo buono e ricercato e da un’atmosfera cozy (accogliente, intima) dove far scorrere lentamente il tempo. Ma anche un luogo ospitale e adatto per lavorare e organizzare incontri di business.

L’idea c’era, ho trovato il posto, la squadra o per meglio dire i compagni di avventura che mi hanno seguito e investito in questa impresa, lo chef (il fratello ndr), e… 

E poi cosa è successo?

Poi è arrivato il Covid e abbiamo subito una dura battuta d’arresto. 

Raccontaci questi momenti, le difficoltà incontrate, l’aiuto ricevuto.

Il lockdown ha colpito tutti indistintamente, è vero, ma nel nostro settore ha mietuto molte vittime. Noi siamo riusciti a tenere in piedi il locale (chiuso) per due anni con le sole nostre forze. Non abbiamo mollato. Abbiamo attinto alle fonti economiche personali e a quelle delle nostre famiglie che ci hanno supportato, per realizzare le prime opere e soprattutto per continuare a pagare l’affitto del locale. È stato difficilissimo e sconfortante. Nel frattempo però abbiamo continuato a progettare, a definire l’organizzazione del locale, le azioni di marketing e a cercare l’aiuto necessario per il rilancio. 

Ci siamo rivolti a CNA-Coopfidi. Rispetto ad altri consulenti che abbiamo interpellato e che ci hanno promesso “mari e monti”, in CNA – Coopfidi, abbiamo travato ascolto, tanta umanità, professionalità e un aiuto concreto. Siamo riusciti ad ottenere un finanziamento! Lo sconforto apparteneva al passato e ha ceduto il passo ad un ritrovato entusiasmo: avere la consapevolezza di poter ripartire!

Avete finalmente aperto e da febbraio 2023 siete pienamente operativi. Cosa vuol dire per te fare una vita da imprenditore?

Oltre ad essere l’amministratore della società, nel nostro locale sono responsabile dell’organizzazione della cucina e del bar. Ho lavorato anche nel settore commerciale e finanziario e dispongo delle competenze necessarie per ricoprire questo importante e strategico ruolo che ti coinvolge a 360°. 

La vita dell’imprenditore per me è sinonimo di evoluzione continua, significa avere l’umiltà di non sentirsi arrivati, essere curiosi e ricettivi e impone l’obbligo di porsi degli obiettivi giornalieri.

Nel mondo dell’impresa e nel tuo settore di attività in particolare, quali temi vorresti portare all’attenzione?

In primis il tema del reperimento delle risorse, mi riferisco al personale. Le agevolazioni sono poche per noi imprenditori e bisognerebbe fare di più in questo ambito.

In secondo luogo, l’aumento delle materie prime. So perfettamente che il problema è legato alla crisi economica ed energetica internazionale che stiamo vivendo, tuttavia le ricadute sull’economia reale dei singoli paesi sono importanti. Anche in questo ambito bisognerebbe fare di più.

Qual è secondo te il valore di Coopfidi e CNA in questo percorso, qual è in Know how che un’associazione come la nostra ha trasferito a te e ad altri imprenditori prima di te?

L’aiuto fondamentale che ci hanno fornito è in primo luogo di tipo professionale: per portare avanti il nostro progetto abbiamo ricevuto consulenza e supporto sia nella fase di redazione del business plan che nell’ottenimento del finanziamento. In secondo luogo e come ho accennato prima abbiamo ricevuto ascolto e umanità che sono fondamentali e non scontati.

Dopo questa breve operatività, se potessi tornare indietro, che cosa faresti di diverso o meglio?

Mi affiderei subito a persone diverse, nell’ambito della consulenza d’impresa e all’assistenza.

C’è un consiglio che vorresti dare ai giovani imprenditori come te che hanno un’idea?

Di non avere paura dell’Idea, di percorrerla fino in fondo. 

Si parla spesso male dell’Italia in relazione al “fare impresa”; ritengo, tuttavia che le possibilità nel nostro paese ci sono, se si hanno le idee.

Una previsione futura: come ti vedi da qui ad un anno?

Mi vedo tranquillo. Dopo aver superato le difficoltà dell’inizio dell’attività e che sono tante, spero di raggiungere la stabilità e di vedere finalmente l’attività “camminare con le proprie gambe”.


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