#04. Piccoli inciampi che rendono difficile la vita d’impresa

11.09.23|In CooMag Gestione
di Roberto Vinciguerra, Responsabile Agevolazioni e Progetti StrategiciTempo di lettura: 7’

Un paio di mesi fa Coopfidi ha promosso un convegno dal titolo Quale credito per quali imprese? dove è stato ampiamente dibattuto il credito, ma l’argomento, oggi più spinoso, “quale impresa” è stato marginalmente trattato. Voglio iniziare ad annoiarvi con una filastrocca antica che recita così:

Per un chiodo mal messo, si perse un ferro di cavallo / A causa del ferro di cavallo, si perse il cavallo
A causa del cavallo, si perse il messaggero / A causa del messaggero, si perse la battaglia
Persa la battaglia, è perso il regno / E tutto per colpa di un chiodo di ferro di cavallo

Proseguo con una storia accadutami ultimamente: per la presentazione di una domanda di contributo un’impresa doveva accedere al portale dell’ente erogante con l’identità elettronica del legale rappresentante, nel caso della nostra impresa lo SPID. Fatte tutte le verifiche preliminari, l’impresa arriva nel mio ufficio dopo oltre un’ora di viaggio, accediamo alla piattaforma con lo SPID ma non riusciamo ad associare l’identità della persona che ho davanti con l’impresa. Per farla breve, la persona che avevo di fronte era sì il legale rappresentante, ma congiuntamente al figlio, che per una strana ragione era stato indicato come unico legale rappresentante presso l’ente erogante il contributo. Pertanto tutta la pratica poteva essere impostata dal figlio il quale sarebbe stato disponibile solo il giorno dopo. Il giorno dopo, ultimo giorno utile per presentare la domanda, il portale era bloccato da un non precisato errore di sistema. Risultato: domanda non presentata. Nella mia vita lavorativa di episodi simili, il classico “chiodo mal messo”, ne ho visti tanti; pochi hanno avuto impatti fatali, ma sicuramente tutti hanno avuto conseguenze economiche per le imprese.

Allora, quali imprese saranno incentivate, avranno accesso al credito e alle agevolazioni? A quali sarà facilitato lavorare? Molto sinteticamente, saranno le imprese consapevoli, che hanno sotto controllo tutti gli aspetti dell’attività di impresa e che hanno un concreto progetto imprenditoriale.

Oggi ci occupiamo del primo punto, cioè della conoscenza della propria impresa da un punto di vista amministrativo: quali sono gli strumenti a disposizione dell’impresa per essere aggiornatoi rispetto ai numerosi adempimenti burocratici? La rivoluzione digitale ha facilitato l’accesso alle informazioni: lo SPID permette di accedere ai propri “cassetti” (fiscali, previdenziali, e di infocamere) dove è possibile trovare la maggior parte dei dati di cui ogni impresa ha bisogno. Per esempio il DURC – il documento di regolarità contributiva INPS e INAIL – indispensabile per ottenere qualsiasi contributo pubblico. Addirittura alcune amministrazioni erogatrici considerano la regolarità del DURC un indicatore della solidità economico dell’impresa. Nel cassetto previdenziale dell’ INPS o dell’INAIL è possibile richiederlo e, se negativo, attivarsi per regolarizzare la posizione; sapendolo per tempo, anche le posizioni più onerose possono essere regolarizzate richiedendo una rateizzazione del debito.

Un altro esempio è il cassetto fiscale dove è possibile tenere sotto controllo la propria posizione debitoria nei confronti dell’erario: anche in tempi recenti, alcuni imprenditori considerano i debiti con l’erario una forma di finanziamento, molto meno oneroso dei finanziamenti bancari. Con le ultime modifiche delle regole dei contributi pubblici, c’è l’obbligo per gli emittenti (CCIAA, Comuni, Regione, Inps, Inail, Ministeri, ecc…) di verificare la presenza di cartelle esattoriali in carico al beneficiario e qualora il contributo e le debitorie superino 5 mila euro, il contributo viene pignorato a copertura della debitoria. Il beneficiario risulta comunque aver percepito il contributo con tutti gli effetti fiscali e sugli “aiuti di stato”.

Un altro focus va fatto sugli “aiuti di stato” e sul cumulo degli aiuti che l’impresa ha avuto in “regime de minimis”. La normativa comunitaria sulle agevolazioni pubbliche prevede che una singola impresa possa ottenere fino a 200 mila euro (100 mila per il settore dell’autotrasporto) di aiuti di stato nell’arco di un triennio, in automatico, senza richiesta di autorizzazioni. Le autorità concedenti tali “aiuto di stato” devono segnalare l’entità dell’aiuto concesso al Registro Nazionale degli Aiuti di Stato. Rientrano negli aiuti i contributi, le agevolazioni (per esempio i Finanziamenti a Tasso Zero, le garanzie del Fondo Centrale, i finanziamenti su fondi comunitari) e fino ad un paio di anni fa, solo 1 impresa su 50 sapeva di aver ottenuto un “aiuto di stato” anche se quasi sempre ne aveva ricevuto le attestazioni dall’ente erogante. Fino a poco tempo fa, l’unico problema per l’impresa consisteva nel recuperare i dati sul de minimis usufruito quando bisognava fare una nuova richiesta di agevolazione pubblica, per esempio, nel caso di un finanziamento bancario a cui l’istituto di credito voleva contro-garantirsi col Fondo Centrale. Infatti  la quasi totalità  delle piccole imprese raggiungeva a malapena i 20/30 mila euro di de minimis ottenuto. Ultimamente, attraverso la sempre maggiore conoscenza delle risorse comunitarie, anche le piccole imprese iniziano ad avere i plafond occupato e quindi essere impossibilitate ad accedere a nuovi aiuti. Il registro è pubblico e consultabile senza credenziali al sito  www.rna.gov.it

Infine un accenno sulla firma digitale; se per accedere ai servizi informativi e ai portali degli enti erogatori di contributo è sufficiente lo SPID, per presentare le istanze di ogni genere c’è bisogno della firma digitale. Obbligatoria per le società, molte microimprese e ditte individuali ne sono sprovviste. Inoltre la firma digitale ha una durata triennale e può succedere che quando serve urgentemente risulti scaduta. Per finire, bisogna saperla utilizzare: in più di una occasione, l’invio di una domanda di contributo è stata ritardata fatalmente per non essere stati in grado di firmare correttamente la documentazione da inviare.

A prima vista sembra che siano tanti adempimenti, ma una volta inseriti in una routine pratica diventano abitudini operative automatiche con riscontri positivi immediati. Forse si perderà il regno in ogni caso, ma per motivi più seri di un chiodo.


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